Sentimenti climatici, difesa e speranza nella psicoterapia

Una prospettiva psicodinamica

Abstract

La crisi climatica spinge l’umanità a ripensare e trasformare radicalmente le proprie abitudini di vita sullo sfondo della protezione del clima e della «giustizia climatica». Questo articolo illustra il valore della prospettiva psicodinamica per la trasformazione richiesta. Dinanzi alla crisi climatica, possono emergere i sentimenti più vari, come paura, tristezza, vergogna, senso di colpa, invidia e rabbia, e i bisogni e i desideri interiori possono entrare in conflitto tra loro. Per non dover provare e fare i conti con questi sentimenti e conflitti interiori, per lo più spiacevoli, questi vengono spostati a livello inconscio con l’aiuto di meccanismi di difesa come la negazione, la scissione, l’isolamento degli affetti e la sublimazione. Poiché la difesa non avviene solo a livello individuale, è importante anche la prospettiva dell’intera società nel suo complesso. Come quadro etico per il superamento delle difese e il successo del cambiamento, la richiesta di una cultura della terapia (Weintrobe) e dell’assunzione di una responsabilità nel senso di «custode dell’altro» (Orange) può essere derivata da concetti psicodinamici e sociopsicologici ampliati. Su questa base, l’amore, il senso di comunità, la comunicazione sul clima, l’attenzione ai profitti e un super-io permissivo possono essere utili per costruire un ponte e passare dall’atteggiamento morale interiore all’azione concorde e giusta per il clima. In questo senso la psicoterapia (psicodinamica) può dare un contributo centrale.