Multidimensionalità del burnout nella psicoterapia centrata sul corpo

Abstract

Il burnout riflette come nessun altro stato i due volti della nostra società: da un lato l’orientamento alla prestazione, spirito di sacrificio, forza, motivazione e perfezionismo elevati, dall’altro lato affaticamento, esaurimento, letargia e problemi fisici cronici, come problemi alla schiena. In questo articolo riassuntivo viene offerta una panoramica teorica sulla più corrente nozione di burnout e la sua componente centrale, l’esaurimento emozionale, il cinismo e la capacità ridotta di prestazione. Da parte della psicoterapia centrata sul corpo (KZPT) dell’Istituto per la psicoterapia centrata sul corpo (IKP), il burnout viene visto non solo come risultato causale di fattori lavorativi, ma anche da una prospettiva multifattoriale e multidimensionale. Ciò viene spiegato più precisamente grazie ai modelli antropologici «del cubo», il concetto centrale della IKP del KZPT. Questo approccio psicoterapeutico integrato basato su un’impostazione gestaltica è caratterizzato da un orientamento dei processi e delle risorse, delle emozioni e delle necessità, oltre che dall’attivazione delle esperienze. Un burnout non è solo da rimandare al vissuto passato, ma anche a una incapacità di adattamento e di integrazione in questa nostra epoca orientata all’alto rendimento. Pertanto sono importanti la centratura sulla comunicazione nel qui e ora, l’integrazione dei sintomi fisici, l’accento sull’auto-responsabilità e il rafforzamento dell’autonomia e dell’autorealizzazione. Il burnout di conseguenza viene considerato espressione clinica dell’interazione di diverse dimensioni, corpo, psiche, sociale, spazio e tempo.