Some contributions on psychotherapy process research published in the Italian journal Psicoterapia e Scienze Umane («Psychotherapy and the Human Sciences»)

Alcune pubblicazioni sulla ricerca sul processo della psicoterapia apparse sulla rivista Psicoterapia e Scienze Umane www.psicoterapiaescienzeumane.it https://pep-web.org/browse/PSU/volumes

edited by/a cura di Paolo Migone

Psychotherapie-Wissenschaft 12 (1) 2022 65–68

www.psychotherapie-wissenschaft.info

CC BY-NC-ND

https://doi.org/10.30820/1664-9583-2022-1-65

1967, 1(2/3), 1–5

Pier Francesco Galli, Psicoterapia e scienza (1964): www.priory.com/ital/riviste/psicouman/scienza.htm

1988, 22(3), 41–67

Paolo Migone, Le psicoterapie brevi a orientamento psicoanalitico: origini storiche, principali tecniche attuali, discussione teorico-critica, ricerche sull’efficacia, formazione

1993, 27(3), 163

Paolo Migone, Review of: Lester Luborsky & Paul Crits-Christoph, Capire il transfert (Understanding Transference: The CCRT Method [1990]). Milan: Raffaello Cortina, 1992

1994, 28(2), 149

Paolo Migone, Review of: Joseph Weiss, How Psychotherapy Works. Process and Technique. New York: Guilford, 1993 (Come funziona la psicoterapia. Preface by Paolo Migone & Giovanni Liotti [1999])

1994, 28(2), 149

Antonella Mancini, Review of: Annalisa Zabonati, Paolo Migone & Giuliano Maschietto (ed.), La validazione scientifica delle psicoterapie psicoanalitiche (1991). Venice: IPAR, 1994

2002, 36(4), 124–125

Paolo Migone, Review of: Vittorio Lingiardi, L’alleanza terapeutica. Teoria, clinica, ricerca. Milan: Raffaello Cortina, 2002

2004, 38(1), 118-119

Paolo Migone, Review of: Drew Westen, Jonathan Shedler & Vittorio Lingiardi, La valutazione della personalità con la SWAP-200. Milan: Raffaello Cortina, 2003

2006, 40(4), 747–764

Sidney J. Blatt, Una polarità fondamentale in psicoanalisi: implicazioni per lo sviluppo della personalità, la psicopatologia e il processo terapeutico (A fundamental polarity in psychoanalysis: Implications for personality development, psychopathology, and the therapeutic process)

Riassunto: La polarità tra il tipo di relazioni interpersonali e la definizione del Sé (poli «anaclitico» e «introiettivo»), che è fondamentale per la teoria psicoanalitica e coerente con varie teorie della personalità, fornisce una base concettuale per studiare lo sviluppo della personalità, le variazioni nella organizzazione normale della personalità, diversi tipi di psicopatologia ed aspetti del processo di psicoterapie sia a breve che a lungo termine. I contributi che questa polarità fornisce alla teoria della personalità testimoniano la validità e la importanza di questo modello teorico. Le concettualizzazioni e i dati empirici discussi in questo lavoro indicano quanto sia vantaggioso superare l’approccio meramente descrittivo delle classificazioni diagnostiche contemporanee basate sul DSM-III e sul DSM-IV, e cercare invece di identificare i principi organizzativi sottostanti della personalità.

Abstract: The polarity of relatedness and self-definition («anaclitic» and «introjective»), fundamental to the development of psychoanalytic theory and consistent with a number of other approaches to personality theory, provides the basis for articulating aspects of personality development, variations in normal personality organization, the explanation of a wide-range of psychopathology, and aspects of the therapeutic process in both short and long-term treatments. The contributions of this fundamental polarity to these aspects of personality theory speak to the validity of this theoretical model and the importance of the fundamental polarity of relatedness and self-definition. The formulations and findings discussed in this paper indicate that there is much to be gained by going beyond the symptom focus of contemporary diagnostic nosology presented in DSM-III and DSM-IV, and seeking instead to identify underlying principles of personality organization.

2007, 41(2), 263

Giorgio Caviglia, Review of: Nino Dazzi, Vittorio Lingiardi & Antonello Colli (ed.), La ricerca in psicoterapia. Modelli e Strumenti. Milan: Raffaello Cortina, 2006

2007, 41(4), 527

Paolo Migone, Review of: Michael H. Stone, Pazienti trattabili e non trattabili. I disturbi di personalità (Personality-disordered Patients. Treatable and Untreatable [2002]). Milan: Raffaello Cortina, 2007

2009, 43(1), 59–76

Ferdinando Bersani, La riproducibilità nella scienza: mito o realtà? (Replicability in science: Myth or reality?)

Riassunto: La ripetibilità, generalmente considerata una delle pietre angolari della scienza, lungi dall’essere un presupposto della ricerca sperimentale è in realtà spesso una difficile conquista che richiede una sufficiente conoscenza dei fenomeni studiati. Inoltre il grado di ripetibilità dipende dagli oggetti e/o dai fenomeni investigati. Anche in Fisica, spesso considerata un paradigma per le cosiddette scienze «dure», il livello di riproducibilità è spesso problematico, e in ogni caso dipende dal tipo di fenomeni e dal livello della loro descrizione. Il problema della ripetibilità è strettamente legato al metodo scientifico, in particolare al processo di generalizzazione sia induttivo che abduttivo. Il problema della demarcazione tra scienza e non scienza è difficile da risolvere, ed è particolarmente critico per quelle discipline talvolta catalogate come «scienze morbide» (soft) e «umane», che includono alcuni settori della psicologia e della psicoterapia.

Abstract: Replicability, which is generally considered one of the cornerstones of true science, far from being an obvious precondition for any experimental investigation is often a difficult achievement requiring a sufficient knowledge of the phenomenon under study. Moreover, the degree of replicability depends on the objects and/or phenomena under investigation. Even in physics, often considered a paradigmatic «hard science», the level of reproducibility is often problematic and, in any case, it depends on the type of phenomena and on the level of their description. The problem of reproducibility is entangled with scientific methodology, in particular with induction and abduction. The theory of demarcation between science and non science is hard to clarify, and it is particularly critical for disciplines, generally indicated as «soft sciences» or «humanities», that include some aspects of psychology and psychotherapy.

2009, 43(1), 77–94

Paolo Migone, Psicoterapia e ricerca «scientifica» (Psychotherapy and «scientific» research): www.psychomedia.it/pm/modther/probpsiter/ruoloter/rt108-08.htm

Riassunto: Vengono esaminati alcuni problemi del rapporto tra psicoterapia e ricerca scientifica. In particolare, vengono discussi i seguenti temi: la teoria della demarcazione tra scienza e non scienza, il problema della riproducibilità, le scienze dure (hard) e molli (soft), la teoria della complessità e del caos, i livelli di probabilità e di indeterminazione, il circolo induttivo-deduttivo, l’abduzione, ecc. Sono presentate delle esperienze cliniche a scopo esemplificativo. Vengono inoltre illustrati alcuni dei problemi incontrati dalla ricerca empirico-quantitativa nello studio della psicoterapia (ad esempio la manualizzazione delle tecniche terapeutiche), e descritte alcune fasi della storia del movimento di ricerca in psicoterapia.

Abstract: Some problems of the relationship between psychotherapy and scientific research are examined. The following aspects are discussed: the theory of demarcation between science and non-science, the problem of replicability, «hard» and «soft» sciences, complexity and chaos theory, the levels of probability and indeterminacy, the inductive-deductive circle, abduction, etc. Clinical material is presented in order to exemplify the issues under discussion. Some of the problems met by empirical research in psychotherapy (for example the manualization of psychotherapy techniques) are described, and the phases of the history of psychotherapy research movement are summarized.

2009, 43(2), 191–214

Mauro Fornaro, Perché la ricerca in psicoterapia non può esaurire le peculiarità della clinica. Per un’integrazione epistemologica (Why psychotherapy research cannot capture all the idiosyncratic features of clinical experience. towards an epistemological integration)

Riassunto: Premesso che la nozione di convalida è più ampia di quella di verifica empirica, l’autore evidenzia come la ricerca in psicoterapia, pur epistemologicamente necessaria, non riesca, per ragioni di fatto o di principio, a risolvere in sé le peculiarità della clinica. Questa dettagliata disamina critica non intende suonare di condanna della ricerca empirica, bensì di stimolo a raffinare metodi e tecniche, tenendo in maggior conto le dimensioni della soggettività, ai fini di un’integrazione tra ricerca e clinica. Ma è pur vero che la scelta programmatica della ricerca empirica di porsi – in nome della «oggettività scientifica» – da un punto di vista esterno rispetto agli attori della relazione ripropone in radice lo iato tra approccio empirico-oggettivo (il mondo per come è) e approccio fenomenologico-soggettivo (il mondo per come lo sento e lo vivo).

Abstract: After having stated that the notion of validation is wider than the notion of empirical verification, the Author stresses that psychotherapy research, though epistemologically necessary, in principle and for factual reasons cannot work as a substitute of all the particularities of clinical experience. This detailed critical analysis is not aimed at condemning empirical research, but at sharpening research methods and techniques, especially considering the dimensions of subjectivity, in order to integrate research with clinical experience. Nevertheless, the programmatic choice of empirical research to use – for reasons of «scientific objectivity» – a point of view which is external to the therapeutic relationship proposes again the gap between an empirical-objective approach (the world how it is) and a phenomenological-subjective approach (the world how I feel it and experience it).

2009, 43(4), 577–579

Nicolò Terminio, Review of: Gianluca Lo Coco, Claudia Prestano & Girolamo Lo Verso (ed.), L’efficacia clinica delle psicoterapie di gruppo. Milan: Raffaello Cortina, 2008

2011, 45(1), 23–48

Mauro Fornaro, L’intuizione nella clinica psicoterapeutica. Disamina della sua validità sotto il profilo epistemologico (Intuition in psychotherapy: An investigation on its validity from an epistemological point of view)

Riassunto: A fronte della sfida epistemologica rappresentata dall’odierna ricerca empirica, l’Autore esplora più vie per valorizzare il ruolo dell’intuizione all’interno della clinica psicoterapeutica, in ordine alla possibilità di cogliere l’effettiva situazione del soggetto. A tal fine passa in rassegna le disparate accezioni di «intuizione», coniugandole con una molteplicità di criteri di convalida, per altro dipendenti dal tipo di epistemologia abbracciata. Caldeggiando infine approcci all’oggetto di tipo partecipativo, rileva che l’intuizione produce risultati tanto più validi, quanto più è guadagnata in – e partendo da – una immedesimazione «unipatica», un’attitudine del terapeuta principalmente recettiva, presimbolica e funzionalmente regressiva. L’«unipatia», che trova agganci in recenti scoperte delle neuroscienze, costituisce una preziosa fonte di dati e sancisce la differenza dell’intuizione rispetto al suo uso nelle scienze naturali.

Abstract: The epistemological challenge of contemporary empirical research motivates the Author to explore various ways to value the function of intuition in psychotherapeutic practice, to the aim of grasping the subject’s real experience. To this purpose, he examines the different meanings of «intuition», intertwining them with a variety of validation criteria that depend on the type of accepted epistemology. In favor of participative approaches to the object, the Author states that, at the very least, the more intuition can produce truthful results, the more it is obtained in, and starting from, a «unipathic» merging – i.e., a therapist’s mainly receptive, pre-symbolic and functionally regressive attitude. «Uniphaty», which has also interesting correlates with recent discoveries of neuroscience, provides a precious data source and makes intuition different from its use in natural sciences.

2011, 45(3), 425

Andrea Castiello d’Antonio, Review of: Franco Del Corno & Pietro Rizzi (ed.), La ricerca qualitativa in psicologia clinica. Teoria, pratica, vincoli metodologici. Milan: Raffaello Cortina, 2010

2012, 46(2), 263–282

Marcia Angell, L’epidemia di malattie mentali e le illusioni della psichiatria (The epidemic of mental illness and the illusions of psychiatry [2011])

2012, 46(3), 333–358

Drew Westen, Jonathan Shedler, Bekh Bradley & Jared A. DeFife, Una tassonomia delle diagnosi di personalità derivata empiricamente: colmare il divario tra scienza e clinica nella concettualizzazione della personalità (An empirically derived taxonomy for personality diagnosis: Bridging science and practice in conceptualizing personality). Con una Nota di Vittorio Lingiardi e Francesco Gazzillo

Riassunto: Viene presentato un sistema diagnostico della patologia di personalità derivato empiricamente, clinicamente rilevante e di agevole uso quotidiano. Un campione randomizzato di 1.201 psichiatri e psicologi clinici statunitensi ha descritto un proprio paziente, selezionato in modo casuale e affetto da un disturbo della personalità, utilizzando la Shedler-Westen Assessment Procedure-II (SWAP-II). L’analisi fattoriale ha prodotto 10 diagnosi di personalità, clinicamente coerenti, organizzate in tre cluster sovraordinati: internalizzante, esternalizzante e borderline-disregolato. Le descrizioni col punteggio più elevato sono state selezionate per costruire un prototipo di ogni sindrome di personalità. In un secondo campione indipendente, i ricercatori e i clinici sono stati in grado di diagnosticare le sindromi di personalità con un elevato accordo e un livello minimo di comorbilità. Questi 10 prototipi diagnostici sono empiricamente fondati e clinicamente rilevanti.

Abstract: A system for diagnosing personality pathology that is empirically derived, clinically relevant, and practical for day-to-day use is described. A random US sample of psychiatrists and clinical psychologists (N = 1.201) described a randomly selected patient with any degree of personality dysfunction using the Shedler-Westen Assessment Procedure-II (SWAP-II). Factor analysis to identify naturally occurring diagnostic groupings yielded 10 clinically coherent personality diagnoses organized into three higher-order clusters: internalizing, externalizing, and borderline-dysregulated. The most highly rated descriptors to construct a diagnostic prototype for each personality syndrome were selected. In a second, independent sample, researchers and clinicians were able to diagnose the personality syndromes with high agreement and minimal comorbidity. These 10 prototypes provide a framework for personality diagnosis that is both empirically based and clinically relevant.

2013, 47(1), 9–22

Pat Bracken et al., Una psichiatria al di là dell’attuale paradigma (Psychiatry beyond the current paradigm [2012])

Riassunto: Alcuni recenti editoriali del British Journal of Psychiatry hanno argomentato che la psichiatria sta attraversando una crisi, e che tra le soluzioni vi sarebbe un rafforzamento della sua identità come essenzialmente «neuroscienza applicata». Senza sminuire l’importanza delle neuroscienze e della psicofarmacologia, gli Autori sostengono che la psichiatria deve superare l’attuale paradigma tecnologico dominante. Questo rifletterebbe maggiormente le evidenze empiriche e servirebbe anche a rafforzare una collaborazione più significativa col movimento degli utenti dei servizi psichiatrici. Vengono presi in rassegna vari studi controllati randomizzati (RCT) che mostrano l’efficacia degli interventi non specifici e non tecnologici.

Abstract: A series of recent editorials in The British Journal of Psychiatry have argued that psychiatry is in the midst of a crisis. The various solutions proposed would all involve a strengthening of psychiatry’s identity as essentially «applied neuroscience». While not discounting the importance of the brain sciences and psychopharmacology, the Authors argue that psychiatry needs to move beyond the dominance of the current, technological paradigm. This would be more in keeping with the evidence about how positive outcomes are achieved and could also serve to foster more meaningful collaboration with the growing service-user movement. Various controlled studies supporting the efficacy of non specific and non technological interventions are reviewed.

2013, 47(1), 130–133

Paolo Migone, Review of: John C. Norcross (ed.), Quando la relazione psicoterapeutica funziona … Vol. 1: Ricerche scientifiche a prova di evidenza. Vol. 2: Efficacia ed efficienza dei trattamenti personalizzati (Psychotherapy Relationships That Work: Evidence-Based Responsiveness [2011]). Rome: Sovera, 2012

2013, 47(4), 601–620

Mauro Fornaro, Come validare le interpretazioni e le spiegazioni in clinica senza ricorrere alla ricerca empirica (How can we confirm clinical interpretations and explanations without resorting to empirical research)

Riassunto: Partendo dalla constatazione che la freudiana convergenza di ricerca e clinica (Junktim) è insufficiente a convalidare interpretazioni e teorie sorte nel corso dell’itinerario di cura, si intende anzitutto fare chiarezza sui principali concetti teorici che di solito introduce chi si occupa della scientificità o meno della psicoanalisi. Il fine è di mostrare che almeno le interpretazioni nel concreto caso che l’analista ha di fronte divengono plausibili adottando congiuntamente una serie di criteri, quali la convergenza di indizi, la fecondità euristica, la buona forma e la coerenza narrativa, alcuni dei quali già previsti dagli sviluppi dell’epistemologia novecentesca. Nella misura in cui però interpretazioni e spiegazioni dipendono da teorie generali sul funzionamento psichico, la validazione di queste ultime esige il ricorso pure a ricerche extracliniche, o almeno il confronto con discipline limitrofe che insistono su segmenti della teoresi psicoanalitica.

Abstract: Starting from the observation that Freud’s convergence of research and therapy (Junktim) is not enough to validate interpretations and theories arisen during analytic treatment, the principal theoretical concepts, usually introduced by researchers dealing with the problem if psychoanalysis is a science, are clarified. The aim is to demonstrate that interpretations in the concrete case the analyst is treating are plausible only if the analyst uses in the same time a series of criterions, like convergence of clues, heuristic fruitfulness, aesthetic value and narrative coherence; some of these criterions were already focused by the epistemological developments of 20th century. Nevertheless, the more interpretations and explanations rely on general theories on psychic functioning, the more their confirmation requires resorting also to extra-clinical research, or at least to confrontations with bordering disciplines dealing with same chapters of psychoanalytic theory.

2016, 50(4), 149–152

Paolo Migone, Review of: Raymond A. Levy, J. Stuart Ablon & Horst Kächele (ed.), La psicoterapia psicodinamica basata sulla ricerca (Psychodinamic Psychotherapy Research. Evidence-Based Practice and Practice-Based Evidence [2012]). Milan: Raffaello Cortina, 2015

2016, 50(3)

Cosa resta della psicoanalisi. Domande e risposte. 9: Psicoanalisi e ricerca empirica (Where is psychoanalysis today? Questions and answers. 9: Psychoanalysis and empirical research): www.spiweb.it/ricerca/ricerca-empirica/psicoanalisi-e-ricerca-empirica-cosa-pensano-gli-psicoanalisti-da-psicoterapia-e-scienze-umane-vol-l-n-3-2016

2016, 50(4), 785–786

Paolo Migone, Review of: Bruce E. Wampold & Zac E. Imel, Il grande dibattito in psicoterapia. L’evidenza della ricerca scientifica avanzata applicata alla clinica (The Great Psychotherapy Debate [2015]). Rome: Sovera, 2017